Sezione: Rugby
6 Nazioni 2008
In Europa si gioca molto a rugby. Ma quando si tratta di stabilire, una volta all' anno, chi lo gioca meglio, allora è una faccenda che si risolve in dieci partite. Il Cinque Nazioni. Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Francia. Non si dilungano in partite di andata e ritorno: uno scontro e via. Per decenni non si sono neanche presi la briga di mettere in palio una coppa, un trofeo qualunque, anche solo una targa. Niente. Quattro partite ciascuno, e alla fine una classifica che entra nella storia. Il Cinque Nazioni è quello.
In Italia, il Cinque Nazioni è, da sempre, il sogno dei rugbisti nostrani. Che, evidentemente, sono gente tosta. Hanno fatto anticamera per degli anni, prendendo batoste e imparando. Poi hanno chiesto di entrare nel club, come sesta nazione. Gli altri hanno smesso di ridere quando hanno iniziato a buscarle. Allora, con la morte nel cuore, si sono rassegnati. Nel Duemila il Cinque Nazioni diventerà il Sei Nazioni. E per vincerlo dovranno venirselo a prendere in posti come Rovigo o Padova. Sono soddisfazioni.

Scriveva così Alessandro Baricco, prima che l'Italia avesse l'onore (e l'onere) di combattere con le grandi d'Europa. E siamo qui anche quest'anno. L'ultima edizione è stata un trionfo per il nostro rugby, le vittorie che i nostri azzurri cihanno regalato sono impresse nei nostri cuori ovali come poche altre imprese. Dopo il mondiale, che non ha dato i frutti sperati, ecco la nostra grande occasione di riscossa. Un nuovo coach guiderà l'Italia del rugby sabato contro i fieri Irlandesi, a Dublino, una partita dura, difficile... ma in questo sport di facile io ci ho visto sempre poco. Sono orgoglioso della mia nazionale, siamo in un club esclusivo, in mezzo a coloro che il rugby lo hanno inventato, lo hanno fatto crescere, lo hanno fatto cambiare. Mi emozionerò sentendo l'urlo di Twickenham che incita i cavalieri con la croce di San Giorgio sulla maglia, e il loro alfiere, Johnny Wilkinson anzi, SIR Johnny Wilkinson: tanto per far capire come è messo il rugby in madrepatria. Al Millenium Stadium giocherà lo spigoloso Galles, potente e devastante come sempre nella sua storia, l'orgoglio scozzese scenderà dalle mura del Castello di Edimburgo e andrà a cozzare contro gli odiati Inglesi, nell'annuale "Caccia al Pavone", nomignolo affettuoso con cui la gente delle Highlands usa chiamare la partita Inghilterra-Scozia. Lo spirito guerriero arriverà dall'Isola di Smeraldo, con la maglia verde come le sue colline e con una squadra che travalica i confini politici, scendendo sul campo con uomini del sud e del nord, senza distinzione di razza o religione, per portare alto il nome dell'Irlanda. Vedrò ancora i francesi, con il loro rugby fatto di astuzia, velocità e tattica, chi più di loro ha a cuore l'orgoglio della propria nazione? E vedrò gli Azzurri. Con l'occhio da tifoso e da appassionato di rugby, l'occhio che perdona gil sbagli della mia squadra e ammira le gesta dell'avversario, vedrò sudare ancora Bergamasco, Castrogiovanni e tutti gli altri per rubare un po' di gloria a quelli che con il rugby ci nascono, ci crescono. Per andare a prendere un po' di quella storia di rugby che è nata lontano da noi, ma che, spero, prenda sempre di più la nostra strada.
Moro - 28/01/2008
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