Come posso descrivere cosa è una mischia a qualcuno che non l’ha mai provata… la mischia in realtà è più simile ad una belva che ad un gesto tecnico: una belva non fatta di carne e ossa ma di rugbysti. Una belva che è sempre pronta a ghermire la sua preda. I piloni e le seconde sono le poderose zampe che al giusto ordine si piegano e si abbassano pronte a sprigionare tutta la loro potenza, il tallonatore è sia la spina dorsale che le zanne della fiera, sempre pronto ad azzannare il pallone e contemporanea mantiene il corpo in equilibrio, i flanker sono gli artigli: aiutano a mantenere equilibrio ma appena è necessario fanno a brandelli il loro obbiettivo, il Numero 8 è la coda ma una coda di serpente come nella chimera, simbolo della nostra città, un serpente pronto a dare direzione alla bestia fino a quando il suo morso finisce l’assalto.Un assalto che è sempre pericoloso perchè la nostra preda è una belva che vuole lottare che vuole vincere e spesso la differenza non è data dai muscoli ma dal cuore e dal rispetto che noi proviamo per i nostri compagni. Tutto il sangue ed il sudore versato insieme, tutta la fatica affrontata negli allenamenti, tutte le sferzate che vengono date dalle parole del mediano, le lontane voci dei trequarti che si preparano e si fanno sentire, trasformano il peso che dovrebbe schiacciarti a terra in un sassolino che deve rotolare via. Con queste parole voglio omaggiare in primo tutti i miei compagni ma soprattutto le tre teste della chimera. Il Paggio veloce e velenoso serpente. Eddy il duro e determinato ariete. Il Moro feroce e coraggioso leone. Ed in fine l’immenso Michele che ci ha costantemente spronato. Grazie a chi come il Monti, il Falchi, Gigi, la Minni, Osso, Matteo, e tutti gli altri che ci sostengono e permettono alla belva di ruggire sul polveroso campo da gioco.
Grazie a tutti per avermi fatto assaggiare questa dolce vittoria.