Sezione: Rugby
Tanti auguri a me
Riflessione personal-sociologico-rugbystica sui miei 29 anni forse non del tutto buttati via.
Un altro anno. Non so, mi sembra brutto quando si comincia a contarli. Tra una settimana nemmeno sono 29. Ma quest'anno è stato davvero bestiale, questo sarà l'anno che farà venire due balle così ai miei nipotini, quando sarò davvero vecchio e racconterò loro che nel 2007 mi è successo di tutto. Mi sono sposato, ho fondato una società di rugby, ho conosciuto tante e tali persone da far invidia ad esperienze di decenni. E mi domando, chi rimarrà? Chi ci sarà nei prossimi anni? Tanti, tanti amici, persone, conoscenti, sono passati da qui, attraversando la mia strada, lasciando solo un'impronta nella polvere che al primo filo di vento è volata via. Ognuno un ricordo. Ognuno un pezzo di me. Mi immagino correre nel campo, con la palla in mano, verso la meta, in un campo lunghissimo e polveroso, senza erba, sferzato dal vento. Mi volto, al mio fianco c'è lei. Bhe, non poteva che essere lei, il mio primo sostegno. Se cado, inciampo, se mi placcano duro, se non ce la faccio, lei sarà lì. Una bella sicurezza. Anche perchè non è facile starmi dietro, io vado veloce. Non in campo, o meglio, qualche volta anche in campo, ma è nella vita che vado come un treno. Certe testate che nemmeno vi immaginate, perchè se ti fermano all'improvviso quanto sei a tutta birra, fa male, fa talmente male che se qualcuno non è lì pronto a tirarti su, rischi davvero di non rialzarti. Spero solo di saper ricambiare. Ma ho tempo, me l'hanno detto, hanno detto "finchè morte non vi separi". Speriamo che basti, questo tempo, son cose in cui è difficile ottenere una proroga. Una voce, dall'altro lato. Nel girare la testa dall'altra parte lo sguardo mi cade sui pali, strano, sembrano sempre lontani, eppure è tanto che corro... Dall'altro lato ci sono loro: Eddy, il Capitano e Michele. Li guardo, onorato di correre al loro fianco. Eddy sorride strafottente come al solito, mi urla di non mollare. Non posso mollare. Non con quegli occhi che mi guardano. Eddy non fa sconti, è uno di quelli che ti mette di fronte la verità, qualunque essa sia. Gli amici fanno così. Il Capitano sbuffa, ma continua a correre. Lo ammiro, perchè qualunque cosa prova a fare, lui ci riesce. Studia, si applica e risolve. Il giorno che ha rinunciato a capire qualcosa di me razionalmente siamo diventati amici, tanto. Dietro a loro spunta quella montagna di Michele. E' lui che mi ha insegnato cos'è il rugby. E il rugby mi ha cambiato la vita. Ci penso e mi sembra tardi, vorrei averlo conosciuto prima. Avevo 27 anni suonati ed è un po' tardi, ma non importa, non si può tornare indietro. Non si deve tornare indietro. Sempre avanti, dritto, e se qualcuno ha la pessima idea di mettersi in mezzo, che lo faccia. Non ho paura, non con queste persone intorno a me. Anche perchè non è finita qui, ai miei lati si crea una vera e propria folla, ci sono i ragazzi e gli uomini e le donne della mia squadra, i miei genitori, i vecchi amici, tutte facce conosciute e che so non mi lasceranno mai. Tutti sorridono. Tutti pronti ad aiutarmi. Fino alla fine, fino alla meta. Già la meta, ma com'è che è ancora così lontana? Saranno quasi trent'anni che corro...
Moro - 22/10/2007
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